La Lunigiana è una terra unica, ricca di storia, di cultura e di grande bellezza. La sua geografia, di territorio a cavallo tra tre diverse regioni, Toscana, Liguria ed Emilia, ne ha condizionato il carattere; i suoi confini geografici non hanno mai coinciso con quelli amministrativi e politici e questa eterogeneità si riflette anche in ambito culinario. È qui, in questa fascia di terra tra montagne e mare, di origine antichissima e abitata da etruschi, fenici e romani, che nasce una cultura gastronomica eccezionale dove tre diverse regioni condividono e valorizzano risorse alimentari comuni; castagne, granturco, olio ed erbe ma anche allevamento ovino e suino contribuendo a costruire una precisa identità alimentare locale. Questa cucina di terra, di bosco e di mare, spesso “povera” negli ingredienti si trasforma, attraverso mani sapienti, in cucina ricca e originale, capace di prendere il meglio dalle diverse tradizioni alimentari che qui convivono.
Nel comune di Fivizzano, un bellissimo borgo immerso tra il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e il Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, esiste un minuscola frazione, Quarazzana, a 600 m di altitudine. Salendo da Fivizzano, in pochi chilometri di strada in salita, tornante dopo tornante, la vegetazione cambia rapidamente. Agli ulivi, disposti a fasce come in Liguria si sostituiscono fitti boschi di faggi e castagni e quando sei sicuro di avere sbagliato strada cominci a vedere i primi edifici rurali di questa manciata di case protetta, ancora attaccata ad un mondo contadino che non crediamo possa ancora esistere. Niente cartelli invadenti, nessuna segnaletica per accompagnarti all’agriturismo B&B Luna di Quarazzana. Chiamare questo luogo agriturismo è riduttivo; alla Luna di Quarazzana siamo di fronte a un insieme di edifici rurali eccezionale, ad un intero casale che ha vissuto e oggi per merito degli intraprendenti proprietari rivive, una vita “propria”. Immerso nel verde di una Toscana inusuale, a cui non siamo abituati e della quale abbiamo un’idea ormai filtrata dall’esigente richiesta del mercato turistico, il piccolo borgo rappresenta, con il suo restauro conservativo e rispettoso delle vicende storiche che ha vissuto, un perfetto esempio della vita contadina del ‘500.
Per Ilaria ed il marito Stefano, fiorentini, il borgo di Quarazzana è stato amore a prima vista. L’idea di riportare a nuova vita un intero complesso di edifici rurali completamente abbandonati li ha conquistati immediatamente. La stalla, l’antico metato accanto alle cucine dove si facevano essiccare le castagne sopra i cannicci con il fuoco sottostante, l’aia, la casa padronale, sono tornati a nuova vita, con un rispetto del vissuto straordinario. I vecchi intonaci sono stati ripristinati, gli ambienti, gli elementi architettonici di pregio, le vecchie porte, gli infissi, restaurati dalla sapiente manualità di Stefano che con i suoi tempi sta riportando allo splendore di un tempo questo piccolo gioiello. Il risultato è un luogo magico, per chi come me apprezza il mantenimento consapevole del patrimonio architettonico delle nostre campagne, un vero e proprio “ritiro” dalla frenesia della vita cittadina. Qui il tempo si è letteralmente fermato, la vita scorre con ritmi lenti, scanditi dall’alternarsi delle stagioni. Ilaria si occupa principalmente della cucina. La sua è una passione autentica tramandata dalla nonna ristoratrice a Vaglia, in provincia di Firenze e dove ancora oggi le nipoti cuociono pane e pietanze al forno a legna, come un tempo.
Ilaria ha profondo rispetto per la tradizione, ciò che porta in tavola è frutto di una cucina rivisitata della cucina popolare, e gli ingredienti che utilizza sono quelli del territorio; formaggio, farina di castagne, pani speciali provengono da piccoli produttori locali selezionati con cura. Il resto viene dall’orto, che stabilisce il menù giornaliero in base ai prodotti di stagione. Spero che un giorno Ilaria abbia la generosità ed il tempo di fissare su carta la sua grande esperienza culinaria per poter far conoscere la sua tradizione, le ricette della sua famiglia, gli appunti della nonna sui piatti più caratteristici della cucina toscana. Io intanto da lei ho gustato una superba pappa al pomodoro e alcuni piatti preparati con la farina di castagne su cui presto, insieme a Valentina Venuti, farò una pubblicazione. I castagneti, numerosissimi e vasti in queste zone più montane della Lunigiana, sono state per anni la più importante fonte di sostentamento per la popolazione del luogo, sia per la facilità della loro trasformazione dei frutti in farina che per le importanti qualità nutrizionali delle castagne stesse.
Ancora oggi la farina di castagne, qui eccellente, è base di moltissime preparazioni; pane, pasta fresca, dolci. Un dolce di Ilaria che ho particolarmente apprezzato è il semplicissimo Dolce di castagne, ottima colazione tutta lunigianese. Mi racconta che questa ricetta le è stata tramandata da i proprietari del mulino a pietra Rossi di Fivizzano..ora il mulino non esiste più, ma il bello della cucina è che le ricette spesso passano di mano..trattiamole bene perché è proprio questo il loro valore. Riporto le indicazioni per preparare il Dolce di castagne esattamente come raccontata Ilaria con un invito; visitate questo incantevole posto, fate acquisti dei produttori locali ed assaggiate i gustosi piatti della tradizion.
Agriturismo B&B La luna di Quarazzana
Via A. Nardi, 16 – Quarazzana 54013 Fivizzano MS – Tel: +39 331 3111202 – lalunadiquarazzana@gmail.com
DOLCE DI CASTAGNE - ricetta di Ilaria Bacherini dell'agriturismo B&B Luna di Quarazzana di Fivizzano
StampaINGREDIENTI
- 4 uova
- 8 cucchiai di farina di castagne di buona qualità, io uso quella dell'Azienda agricola Bukolica di Fazzano (90 g)
- 3 cucchiai di farina 00 (30 g)
- 9 cucchiai di zucchero (150 g)
- 1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva (80 g)
- 1 bustina di lievito per dolci
- un cucchiaio di cacao amaro (20 g) o una manciata di gocce di cioccolato
PROCEDIMENTO
Montare le uova, preferibilmente a temperatura ambiente, con lo zucchero; quando il composto è soffice e spumoso unire a filo l’olio e frullando dolcemente unire anche le farine setacciate con il lievito e il cacao. Versare l’impasto in una tortiera da 22/24 cm imburrata e infarinata, o se preferite, direttamente sulla tortiera rivestita di carta forno. Cuocere una trentina di minuti a 170°C, verificando la cottura con uno stecchino prima di sfornare. Cospargerlo di zucchero a velo.